
#8: Saremo tutti phygitali?
“Abbiamo assitito a due anni di trasformazione digitale in due mesi”, ha sostenuto Satya Nadella, CEO di Microsoft, in chiusura del primo trimestre dell’era Covid-19. Un momento di eccezionale sospensione della vita in presenza. Ora vi stiamo tornando, con più o meno cautela, ma non del tutto. Londra, per esempio, la città più elettrizzante: se nel resto d’Europa il 70/80% dei lavoratori è rientrato in ufficio, la Gran Bretagna è sotto il 40 e la capitale inglese non arriva al 20. Con il risultato che il suo modello economico, che concentra milioni di persone nel centro città alimentando l’indotto più svariato, è in crisi. La tecnologia rende superflue molte forme di relazione “obbligate” e siamo più selettivi. Tuttavia il digitale ha un costo: la nostra natura di animali sociali. Come curvarlo alle esigenze irrinunciabili della viva presenza? Come far passare il linguaggio parlato nella scrittura, non è questione di stenografia ma di accorte deformazioni: come “un bastone immerso nell’acqua: perché appaia diritto bisogna spezzarlo un pochettino prima di immergerlo, deformarlo preventivamente” (Celine). Dovremo inventare nuove deformazioni, lo dobbiamo alla nostra natura (e un po’ anche a Londra): che poi, quante città rischiano lo stesso destino?