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#4: Generativi o estrattivi?

Se ricomporre in modo inedito la scuola è necessario in un orizzonte generale di cambiamento, un ruolo decisivo lo rivestono le Business School: le quali, dopo il COVID-19, “non possono tornare alla normalità”, argomenta un recente articolo pubblicato dalla Harvard University. Quale normalità? A lungo criticate per aver promosso il primato del cosiddetto MSV (Maximizing Shareholder Value), oggi l’attenzione è sempre più rivolta a valorizzare uno Stakeholder Capitalism più inclusivo, integrando strutturalmente nei curriculum formativi i temi dell’etica, dell’impatto sociale, della sostenibilità: un progressivo avvicinamento a un’economia generativa? L’ambizione è ampia, ma l’impatto che la pandemia ha evidenziato nel mondo del lavoro è ambivalente: ha risollevato il dibattito sulle disuguaglianze, ma anche insegnato ad estrarre moltissimo valore dal lavoro in generale in un’ottica puramente strumentale. Come difendere, allora, quella “non strumentalità del lavoro” che ci rende cercatori di senso e non solo di reddito (come diceva Simone Weil, e già molto tempo prima il grande Alfred Marshall nei suoi “Principi di Economia”)? Pur affezionati alla generatività, quanto di estrattivo e di generativo possiamo aspettarci nel futuro?