
Mobilità e logistica: in robots we trust?
Uno dei tre grandi temi, assieme alle disuguaglianze e al cambiamento climatico, che accomuna ogni grande metropoli del futuro è la mobilità. Una mobilità, secondo l’urbanista Bernardo Secchi, come parte di un più generale diritto di cittadinanza (o “diritto alla città”, avrebbe detto Henri Lefevbre) e non solo come questione tecnico-logistica. Tuttavia è dalla tecnologia e dall’automazione che proprio la logistica – di persone, merci e informazioni – avrà l’impatto più profondo nel nostro immaginario urbano. Le informazioni seguono da qualche tempo i loro algoritmi immateriali, nel bene e nel male, mentre le persone e le merci si stanno avviando a una movimentazione sempre più assistita e “robotizzata”. Veicoli a guida autonoma, UAV (ovvero Unmanned Aerial Vehicles, o droni), tubi a levitazione magnetica a 1500 km orari (per dire di alcuni fenomeni) formeranno nuove reti di circolazione, modificheranno i flussi stradali e le loro capacità, le regole di controllo del traffico aereo, i gradi di libertà dello spazio pubblico e anche l’architettura, che dovrà farsi porosa per accogliere puntualmente i nuovi vettori intelligenti. Ed è tutto da pensare. Come da pensare, e bene, è per chi quest’accelerazione e fluidità avverranno davvero: o forse ci penseranno i robot? #ilfuturoèvicino